14/07
Il volo per Mykonos parte alle 6 del mattino, arriviamo in parcheggio e dormiamo qualche ora in macchina per poi riconsegnarla e rimbarcarci con destinazione Myconos.
Il viaggio è cosi breve che non si fa in tempo a dormire (a parte Pido), sbarchiamo a Myconos alle 7 completamente sfatti dal sonno, cerchiamo un pullman che ci porti in paese ma non c’è, non sappiamo dove andare nè quanto dovremo aspettare prima che arrivi Moana 60. Decidiamo di affittare una macchina anche per via delle attrezzature che ci trasciniamo dietro, e intanto andiamo a dormire in spiaggia approfittando degli ombrelloni di un albergo.
Al risveglio la spiaggia è bellissima e il mare pure… c’è Meltemi, vento del nord fortissimo, la spiaggia è attrezzatissima, tipo villaggio turistico, Alessandra fa una passeggiata e torna indietro ridendo: c’è l’animazione in italiano, un insospettabile padre di famiglia esulta dopo aver conquistato un tot di punti in una gara di freccette… prendiamo un caffè shekerato e fuggiamo.
Andiamo sul lato nord, più ventoso e meno affollato; ci mettiamo in contatto con la barca: sono a Syros, a 30 miglia di distanza perchè hanno un problema con la timoneria e stanno aspettando un meccanico che vada a vedere di cosa si tratta. Aspettare in Grecia è una cosa seria, sicuramente non vengono a Mykonos oggi, forse verranno domani. Noi siamo troppo cotti per fare un altro viaggio, cerchiamo un albergo. Troviamo un residence bellissimo, a picco su una spiaggia semideserta e senza ombrelloni, sicuramente troppo caro ma chiediamo lo stesso… 30€ a testa, lo prendiamo subito: c’è il cucinino e ci faremo noi la cena. Il resto della giornata passa a metterci in pari con la “comunicazione”. Finalmete Enrico riesce ad aggiornare il Blog.
15/07 SYROS
Ci aggiorniamo con Moana… nulla di fatto per il timone. Il meccanico si è presentato più volte posticipando l’appuntamento, decidiamo di raggiungerli noi a Syros, ci sono più traghetti quotidiani, scegliamo quello delle 14,45. Saliamo sul ponte più alto e ci guardiamo il Meltemi, si finge che sia uno spettacolo, invece sarà una bolina durissima per arrivare allo stretto dei Dardanelli… ma è inutile pensarci adesso.
Sbarchiamo a Ermoupoli, capoluogo dell’isola di Syros e ritroviamo il Moana 60 con il suo equipaggio ad aspettarci, finalmente siamo riuniti. Ci dicono che l’appuntamento col meccanico è domani alle 9, quindi tutti liberi fino ad allora.
Approfittiamo volentieri per fare un giretto per il centro, la barca è ormeggiata in un angolo del porto occupato da ristorantini e bar: la movida del posto. Il centro è bello e curato, in alto spicca Ano Syros, la città medioevale tutta stradine labirintiche con una basilica cattolica e circa 500 gradini per raggiungerla. Gatti ovunque. Dall’altro lato del porto vi sono gru e cantieri in grado di effettuare lavori su navi, cosa forse unica in questa zona. E’ evidente che esiste un’ economia non solo basata sul turismo. Il paese è grande e vivo tutto l’anno. Nessuna testimonianza di presenza veneziana a Syros, anche se alcune case affacciate sul mare e una spiaggia vengono vendute nei tour guidati turistici come “piccola Venezia”. Nel 1210, a seguito delle conquiste della quarta crociata, Syros entra nella sfera di influenza della famiglia veneziana dei Sanudo nell’ambito del ducato di Nasso, formalmente vassallo di Guglielmo II principe d’Acaia. Ma a quanto pare qui (come scopriremo a Tinos) la presenza di “franchi” era mista: genovesi, francesi, veneziani… Nel 1286 il veneziano Bartolomeo Ghisi, governatore di Tinos assediò l’isola senza successo. Nessun leone marciano da cercare qui. Nel 1537 l’isola passa sotto i turchi fino alla liberazione avvenuta nel 1823. Ermoupoli è stata fondata all’inizio del 1800: qui furono costruiti i primi “magazzini pubblici di transito merci” in Grecia e il primo ginnasio della Grecia indipendente, si svilupparono i cantieri navali e nel 1856 venne fondata la prima società di navigazione greca “Piroscafi Greci”. Le primissime industrie greche si svilupparono su quest’isola, che ne mantiene con orgoglio il ricordo. Ma nel 1900 la costruzione del porto del Pireo e l’apertura del canale di Corinto indebolirono l’economia dell’isola, che rimane comunque anche oggi un importante nodo di cabotaggio.
Il lungomare costellato di bar è un continuo sfrecciare di macchine e motorini, la città è allegramente trasandata e molto vivace.
Dopocena grande esibizione di Wasted Pido in concerto al bar davanti alla barca. Veniamo adottati da Salvatore, un vecchio punk rocker del luogo che ci offre da bere a ripetizione… e andiamo a nanna belli caldi.
16/07
Arriva il meccanico e ci parla di qualche giorno per fare i lavori, sembra anche che l’esito sia incerto, cerchiamo in internet i ricambi e scopriamo che il rivenditore in Italia è a Marina di Ravenna, ci siamo conosciuti durante i lavori sul Moana 60, qualche telefonata, un paio di mail e alla fine decidiamo di ordinare i pezzi e farli spedire a Elena a Venezia, che ce li porterà ad Istanbul. Il timone cosi come è ha dei grossi laschi però può tenere, ci accordiamo col meccanico così quando tra due settimane ripasseremo di qua ce li faremo montare.
Partiamo subito, vogliamo approfittare di una finestra di 24 ore in cui il Meltemi scenderà, per poi riprendere più forte: Rotta verso Lesvos.
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